venerdì 28 dicembre 2012

BUON ANNO DA SS&C.

Per incominciare bene un anno che si prospetta difficile; ma con l’augurio che tenacia e impegno siano i vostri compagni di viaggio, ecco un bellissimo articolo dal blog di Imma Vitelli su MarieClaire.it.


CAMBIARE VITA
Cronache baldanzose di vite diverse di Imma Vitelli

Hugh e Sophie si conobbero a Damasco. La rivoluzione non aveva ancora travolto la dittatura, e la vita era esotica tra i vicoli della vecchia Medina. Sophie amava trascorrere i pomeriggi a leggere nel cortile della moschea Ummayide; Hugh a bere il tè nel suo con i mercanti. Studiava arabo e lo praticava esercitandosi nei mufawadat, i mercanteggiamenti. Gli dava gusto sapere di quanto, se avesse comprato, lo avrebbero fregato. Erano arrivati con vaghi sogni di gloria, lei da Parigi, lui da Londra, alla ricerca di emozioni e collaborazioni con giornali. Vennero. La fortuna è un mix di ossessione e tempismo; essere appassionati nel posto giusto, in un qualche momento fatale. Loro lo erano. Una sera vagarono per ore senza dire una parola, i loro passi risuonarono, sazi, fino alla cima del monte Qasiyun. Sophie pensò che quello era l’amore: un uomo disponibile all’esplorazione, felice di avanzare in un’incerta direzione. «Life is a working in progress», pensava Sophie. La vita è un cantiere.
Hugh andò in guerra, in Iraq e in Libano e la sua firma comparve sul Guardian e sul Times di Londra. Sophie girò documentari e s’innamorò dell’incredibile arte calligrafa degli arabi. Poi venne la guerra. I posti di blocco, l’ansia, “gli eventi”, le crisi, i massacri. Girarono un documentario sugli artisti siriani; una rappresentazione satirica di come sia possibile resistere con la cultura. Si trasferirono a Beirut, e regalarono vestiti ai profughi, in trappola e all’addiaccio, nella valle della Bekaa. Essendo intelligenti, si fecero domande. «Che cosa voglio?» si chiese Hugh. «Che cosa conta?» s’interrogò Sophie. La gloria, in giornalismo, l’assicura la guerra. Prime pagine, copertine, lo spettacolo dell’orrore che si ripete, senza fine. Hugh si disse che non gliene importava niente, della fama. Aveva dimostrato a se stesso, e a suo padre, di valere qualcosa. E ora? Sophie rispose che, dopo aver sperimentato la follia degli uomini, sarebbe stato bello dedicarsi alla natura. Ma che paura. Ricominciare. Di nuovo? Le crisi, tutte le crisi, epocali o triviali che siano, ci pongono davanti a un muro. Hugh e Sophie avrebbero potuto scegliere, per inerzia, di fare della loro vita il corollario di una tragedia continua. Li abbiamo visti i colleghi anziani, ubriacarsi con metodo, tutte le sere, al bar del Saint George Hotel.
L’altro giorno ho ricevuto una mail di Hugh. Il titolo era: «Vendo il mio giubbotto antiproiettile». Cliccavo, incuriosita e leggevo, nella prima riga: nel 2013 da Beirut a Galle, Guest House sul mare dentro un faro in Sri Lanka. Bello no? E guardate che sono persone normali. Forse solo un po’ più coraggiose, e un po’ più sane. Vi auguro la stessa intrepidezza, la stessa sanità mentale.

venerdì 21 dicembre 2012

Gli Auguri di SS&C


Oxlajuj B’aqtun «Che spunti il giorno e venga l’aurora» (Popolo Wuj)

L’interesse scientifico dei nostri antenati e antenate maya per comprendere che cos’è la vita, la sua origine e la sua ragion d’essere, e l’interazione degli elementi nell’immensità dell’infinito cosmico li ha portati a sviluppare diverse scienze, fra cui la matematica, l’astronomia, l’agricoltura, l’ingegneria, con le quali riuscirono a costruire una combinazione sofisticata di calendari per il controllo del tempo, il movimento degli astri e il governo dei cicli naturali. Ogni calendario segnava un determinato ciclo di tempo.
Oxlajuj B’aqtun, ciclo del calcolo lungo, significa: Oxlajuj = tredici, e B’aqtun = periodo di tempo di 400 anni. Oxlajuj B’aqtun sono dunque tredici periodi di 400 anni, che danno un totale di 5.200 anni (quantità di tempo di un’era maya). Ci sono 5 ere segnata dalla traslazione elittica del sole, la cui durata si calcola che sia di 26.000 anni. Secondo alcuni studi, siamo alla fine della quinta era, chiamata notte galattica. A partire dal solstizio di quest’inverno, iniziamo una nuova era che è l’aurora galattica, un nuovo grande ciclo di 26.000 anni. In questo solstizio, la terra e il sole si allineeranno con il centro della galassia, il sole attraverserà l’equatore galattico e si posizionerà nel punto più vicino al centro splendente della galassia, un evento che si verifica una sola volta in 26.000 anni.

Né fine del mondo, né profezie maya
Sull’Oxlajuj B’aqun si concentra l’attuale dibattito nazionale e mondiale, e l’interrogativo aleggia sul 21 dicembre 2012. Da un lato, siamo infestati di supposizioni, cattive interpretazioni, giudizi e affermazioni su predizioni apocalittiche maya senza fondamento scientifico, che creano malintesi sulla scienza, le conoscenze e le credenze dei maya, generando confusione e paura.
La cosiddetta «profezia maya della fine del mondo» non esiste; nessun idioma maya registra nella sua produzione linguistica il concetto di ‘profezia’. Fino ad oggi non è stato trovato nella letteratura maya nessun dato che predica in maniera esplicita la fine del mondo per la fine di questa era maya. La confusione deriva dalla disparità fra la visione occidentale del mondo e la visione maya; tuttavia la visione occidentale egemonica è quella che si utilizza per studiare e interpretare la scienza e la conoscenza dei maya, ed è la visione che è prevalsa fino ai nostri giorni.

Ri Pixab’anik o i Consigli Permanenti per un’esistenza fruttuosa
Da vari studi sulla scrittura glifica realizzati finora risulta che in tutta la letteratura maya è implicita l’idea che la vita e ubn altro Oxlajuj B’aqtun continueranno dopo il 2012.
Per i nostri antenati e antenate, ogni creazione era un miglioramento rispetto all’era precedente; secondo loro, l’esistenza e la vita dell’essere umano sono in costante movimento ciclico, verso la perfezione (Popolo Wuj). Per il popolo maya attuale, l’inizio della nuova era maya implica un avanzare nell’evoluzione umana e verso la preminenza della dimensione spirituale su quella materiale, in cui lo sviluppo spirituale dovrebbe manifestarsi in una coscienza collettiva. La civiltà attuale ha costruito un sistema di vita basato sul saccheggio della natura, la distruzione e la morte della diversità biologica a causa della sfrenata accumulazione individuale del capitale o dei beni materiali. Lo sviluppo della coscienza collettiva del nuovo essere nel mondo sta già vedendo i primi raggi di luce della nuova alba e della nuova aurora. In Abya Yala [nome indigeno del continente latino-americano], nel paese più potente del mondo e in Europa, milioni di persone stanno già facendo sentire la loro voce e la loro lotta contro le guerre, contro la distruzione della madre terra, contro la povertà e la fame generalizzata nel mondo, causata dal sistema economico e sociale capitalista.

Il Consiglio Nazionale di Educazione Maya
Alla fine di questa era maya di 5.200 anni, il Consiglio Maya lancia un messaggio di speranza: che insieme possiamo assumere impegni comuni, per contribuire alla vita sana della madre terra, della sacra acqua e dell’aria, che è anche la vita sana per le nuove generazioni. Questa è il paradigma di vita, chiave della nuova coscienza universale, trasmesso dal popolo maya al mondo alle soglie della nuova era.
A partire dalla nostra situazione coloniale e di popolo segnato dal razzismo, dalla discriminazione e dalla povertà, crediamo che sia possibile costruire un mondo diverso, in cui non ci siano più né razzismo né dominazione, in cui non ci sia sfruttamento dell’essere umano da parte dell’essere umano, né di una nazione nei confronti di un’altra; crediamo e lottiamo per un’educazione radicata nella vita, in cui ci sia rispetto ed equilibrio fra tutti, e non solo fra gli esseri umani, ma anche fra tutti gli esseri che abitano la terra e l’universo; in cui il senso dell’esistenza sia la vita stessa, come ci insegnano i nostri antenati e antenate, poiché fare il contrario significa accettare la nostra estinzione.
Per un nuovo B’aqtun senza colonizzazione, senza povertà, senza razzismo e discriminazione,

Iximulev, Kab’lajuj B’aqtun,B’elejlajuj K’atun, B’elejlajuj Tun, Job’Winal, Wa’ix Q’ij, Kaji’Ajpu
Guatemala, 5 aprile 2012

Testo inviato dalla nostra amica Maria, donna speciale conoscitrice di popoli e culture sudamericane.

Buon 21 Dicembre 2012 da SS&C!



martedì 11 dicembre 2012

Tea time.

E così la nostra Deni è venuta a trovarci portando in agenzia qualcosa di autenticamente british; poco Swinging London e molto romantica donna inglese.
Fuori fischiava un vento gelido. Avevamo quindi assolutamente bisogno di un tea-time e profumo di biscotti al burro in sala riunioni.
Grazie Denise, ti abbiamo pensato e ti dedichiamo questo still-life, con affetto.
Lo staff.


domenica 25 novembre 2012

Le donne, ancora le donne.

Da Andersen a Clarissa Pinkola Estes le scarpe rosse sono sempre state ricche di simbologia; icone dell’eterno femminino in veste seducente o peccaminosa.
Invece hanno un altro significato nella bella iniziativa dell’artista messicana Elina Chauvet dal titolo “Zapatos Rojos” che ci ha colpito particolarmente. Alle Colonne di San Lorenzo, a Milano, è stata realizzata una installazione dedicata alla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne fissata per il 25 novembre. Sulla strada, sotto le colonne, 100 paia di scarpe femminili, rosse “come la seduzione ma anche come il sangue, quasi fossero state abbandonate da donne in fuga, scomparse”
(foto e testo in corsivo tratti da: D.Repubblica.it)

La nostra partecipazione alla giornata, con un pensiero a tutte la donne vittime, è con il nostro fimato realizzato proprio in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Ricordiamo che nel 2011 in Italia sono state assassinate 137 donne. Dall’inizio del 2012 sono circa 100 le donne uccise. Si è passati da un omicidio ogni tre giorni del 2011 a uno ogni due giorni. E nella maggior parte dei casi gli autori di questi delitti sono mariti, ex fidanzati, comunque persone nella cerchia affettiva delle mura domestiche.
(Susanna).



martedì 20 novembre 2012

L'illusione del tempo

Due filmati che ci hanno particolarmente colpito per la loro forza e con un elemento in comune: il tempo. Dall’universale al personale. E dopo averli visti, mi è tornato in mente un testo di Carl Sagan che accompagnava un’immagine della Nasa: la Terra ripresa da circa 6 miliardi di km di distanza. Un puntino.

“…La Terra è un palcoscenico molto piccolo in un’enorme arena cosmica. Pensa ai fiumi di sangue versati da tutti i generali ed imperatori affinché in gloria e trionfo loro potessero divenire i padroni momentanei di una frazione di un puntino. Pensa alle crudeltà senza fine degli abitanti di un angolo del puntino sugli abitanti di un altro angolo appena distinguibile del puntino. Così  frequenti i loro malintesi, così ansiosi sono di uccidersi l'un l'altro, così fervente il loro odio. La nostra presunzione, la nostra immaginata auto-importanza, la nostra illusione di avere una posizione privilegiata nell'Universo, sono sfidate da questo puntino di luce pallida.”

E, abbandonata la profondità, mi sono venute in mente i mitici Elio e le storie tese:

Non hai mai pensato a un tatuaggetto
la tua amica sfoggia un tatuaggetto
corri, corri a farti un tatuaggetto
d'improvviso hai bisogno di un tatuaggetto, un tatuaggetto, un tatuaggetto. 

che accompagna il protagonista del video di Ramon & Pedro, fotografia realistica di un futuro di uomini (e donne) imperituramente tatuati. 
(Susanna)



giovedì 8 novembre 2012

“Chi l’ha detto che la tecnologia uccide la fantasia?”

Così recitava la head di una storica (e premiata) campagna che SS&C ha firmato per Ricoh nel lontano 1987.

























Mi è tornata in mente durante la visita alla bellissima mostra di Bill Viola che si è tenuta a Varese a Villa Panza fino al 28 ottobre.
Le sue videoinstallazioni multiple, molte delle quali al rallentatore, sono come dei “quadri infiniti”, fatti di immagini lente che costringono chi guarda a soffermarsi, pensare, aspettare e – nello stesso tempo, proprio in virtù di questo tempo dilatato – provocano sensazioni ed emozioni profonde.
L’arte di Bill Viola si esprime attraverso l’impiego di tecniche e mezzi sofisticati, impensabili solo fino a qualche decennio fa.
Come si diceva parlando con amici, la nostra generazione ha avuto la fortuna di poter godere sia dell’arte classica sia di questa, in forma tecnologica, che non uccide affatto la fantasia e la creatività, bensì le fornisce ulteriori possibilità espressive. 
(Laura)

venerdì 2 novembre 2012

GUERRILLA HUMOR (RIGOROSAMENTE ENGLISH). DAL NOSTRO AGENTE ALL’AVANA.

Londra, ottobre 2012.
A quanto pare è da un po' che circolano, e non da subito tutti se ne sono accorti.
Nemmeno io, già pendolare abitudinaria più volte al giorno, non presto attenzione a ciò che vedo. Che sia il sonno del mattino, la stanchezza della sera? Ma è che sono fatti perfettamente in corporate "Transport of London" che proprio non li ho notati.
Che mi serva da lezione prestare più attenzione. Almeno nel viaggio mattutino, la loro scoperta avrebbe rallegrato di più la routine lavorativa!
(Denise)

Immagini da http://imgur.com/a/lUWTG 


martedì 16 ottobre 2012

Un weekend a Roma con Italo

Faccio il biglietto su internet, ci sono molte offerte anche se parto fra due giorni.
Scelgo di viaggiare in business, ma ad un prezzo invitante.
“Ti aspetto a Milano-Garibaldi”, mi dice. Perfetto, penso io. Da Varese sono molto comoda, perché ho il diretto.
Appena arrivo, mi accoglie in una saletta molto smart, tutti sono estremamente gentili e solleciti.
Poco dopo, salgo su, devo solo fare due passi da dove mi trovo.
Mi fa sedere su una poltrona comodissima (Poltronafrau!), l’ambiente è ampio, rilassante, confortevole e profuma di pulito.
Potevo anche scegliere di vedere un film, ma ho preferito la compagnia delle mie riviste e della musica.
Accidenti, se avessi il mio Ipad o il portatile, potrei collegarmi col wi-fi. Bello.
Non faccio in tempo a sedermi ed ecco che vengo ricoperta di attenzioni: bevande calde e fredde, snack, qualche desiderio per il pranzo? Te lo porto qui.
Ad ogni richiesta gentili signorine rispondono in modo esauriente e garbato.
Allungo le gambe, reclino lo schienale e mi rilasso.
Tre ore e mezzo passano velocemente quando stai in buona compagnia.
Italo, sei promosso a mio treno preferito!
(Laura G.)


martedì 9 ottobre 2012

Qual è il tuo profilo migliore?

Quasi tutti abbiamo un profilo di Facebook, ma lo sapevate che anche Facebook profila noi? 
Per avere un’idea di come FB ci vede, basta guardare nella barra a destra, quella dei link sponsorizzati.
Dopo attenti studi e lunghe indagini, ecco i risultati di un sondaggio che ha coinvolto una vasta fascia di utenti di Facebook, di età, sesso e gusti diversi, ovvero: noi di SS&C.
Sono emersi diversi profili-tipo.

Profilo A: young fashion mom
Io trovo nell’ordine:
Annunci per dimagrire
Vendita di abiti
Vendita di libri per bambini
Siti di appuntamenti con uomini della zona
Quindi secondo il “signor Facebook” io sono un ragazza madre disperata, perché dopo il parto non riesce a ritrovare la forma perduta. Di conseguenza acquisto abiti su internet, perché mi vergogno ad andare per negozi, però mi consolo leggendo tutte le sere favole al mio bambino. Naturalmente in queste favole la sottoscritta è magrissima, vestita sempre all’ultima moda e vive felice e contenta con il principe azzurro conosciuto su internet ;-)

Cara mom, il signor Facebook è un cafone. Ignora le sue maldicenze!

Profilo B: l’amazzone guerriera
A me compaiono pubblicità di coltelli e armi in genere.. chissà come mai?!?!!?
Perché sei dolce, timida e delicata, perciò hai bisogno di difenderti in qualche modo!

Profilo C: il latin lover impenitente
A me arriva TripAdvisor, Corsi di Tango Argentino, Serate Funghi e Cinghiale e i soliti Single della zona.
Provo a riassumere: ragazzo (?) padre vagabondo, amante del ballo col cinghiale argentino, accompagnato da disperate come la young fashion mom.

Se dopo una serata Funghi e Cinghiale riesci ancora a ballare il tango argentino, ti stimo.

Profilo D: lo studente in tempesta (ormonale)

A me arrivano i corsi del CEPU per superare gli esami tutto il resto donnine donnine :)
Fb percepisce la tua serietà, l’impegno negli studi e il desiderio del vero, grande amore.

Profilo E: l’insospettabile
Non uso molto Facebook e ho poche pubblicità: un invito ad un gioco di roulette online che non scompare in nessun modo (anche se clicco per chiudere la finestra mi rimanda alla pagina del gioco!) e la promozione per il treno Italo da Milano a Venezia.
Ci stai nascondendo qualcosa?

Profilo F: se scappi ti sposo
A me in genere arrivano annunci di negozi online, offerte di viaggi e abiti da sposa (?!), nonché inviti ad acquistare cd e biglietti di concerti.
Direi che come genere di annunci è abbastanza azzeccato, tranne gli abiti da sposa che mi turbano profondamente.

La verità è che tu non ricordi, ma sei fuggita dall’altare il giorno del tuo matrimonio grazie ad una promozione per assistere ad un concerto imperdibile.


giovedì 20 settembre 2012

PENSIERI SU UN POST SCOMODO.

Abbiamo trovato, nel sito vita.it, un articolo che ci ha fatto pensare. Facendolo girare al nostro interno, abbiamo invitato ad esprimere il proprio pensiero. Non sempre, per mancanza di tempo o perché l’argomento non è stimolante, abbiamo risposte. Ma questa volta, con piacere, ecco quanto raccolto. Ciò che è interessante, è l’eterogeneità di chi ha risposto, uomini e donne, ragazze e ragazzi. 

"Costa 230 euro il figlio su misura

Inchiesta-shock di Vita nei laboratori della European Sperm Bank di Copenhagen, dove 20mila donne ogni anno selezionano il proprio figlio perfetto

Un figlio su misura? Costa 230 euro il modello base, 380 quello superaccessoriato. Il padre si sceglie à-la-carte: «I profili sono catalogati in base a razza, peso, altezza, età, titolo di studio. Con un paio di click escludi le tipologie di uomo che non ti interessano. Ogni informazione ha un prezzo, 25 euro per vedere la foto, altrettante per sentire la voce, e così via…». E, naturalmente, «La maggior parte delle nostre clienti vuole che il donatore sia alto almeno un metro e ottanta, e abbia gli occhi blu. Uomini pingui e bassi sono esclusi».

Mentre l'Europa riapre il dibattito sulla Legge 40, sui temi della procreazione assistita e delle indagini diagnostiche mirate a sapere come sarà il feto, Vita è andata nella clinica-laboratorio della European Sperm Bank fondata da Peter Brown, al numero civico 63 di Falkoner Allé, Copenhagen: la più ricca, frequentata e discussa banca del seme europea. Sono più di 20 mila donne che ogni anno qui acquistano il seme e iniziano il trattamento per la fecondazione assistita. Tra queste, tante le italiane.

Una meta frequentatissima anche dai donatori maschi. Che qui possono donare fino a 25 volte, contro le 8-10 volte degli altri Paesi europei. E possono chiedere di avere l'anonimato garantito, mentre nel resto della Ue le legislazioni stanno cambiando per tutelare i diritti del nascituro. Non solo: ora, al modico prezzo di 300 euro, la Sperm Bank spedisce fiale di sperma a domicilio in giro per il mondo."


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IA –  Penso che il tema dell’infertilità sia molto sentito negli ultimi tempi, e che siano moltissime le coppie che sono costrette a ricorrervi.
Proprio ieri nel parcheggio del GS ho visto la prima affissione che promuove una nuova clinica (credo privata) per la fertilità, in cui dietro la faccia di due medici sorridenti campeggiano tanti bei spermatozoi O_o
A questo proposito vi giro il link di un servizio delle Iene che tempo fa dimostrava come è facile farsi spedire (persino a casa) il seme da queste “fantomatiche” cliniche estere.
Ancora una volta purtroppo, credo che si speculi solo sulla sofferenza di chi desidera un figlio, e non riesce ad averlo, mettendo a serio rischio anche la salute di queste persone.


PS: tralascio ogni commento sulla legge 40. Mi dispiace solo che quando abbiamo avuto l’occasione di cambiare le cose, la gente per cattiva informazione non è andata a votare e il referendum non è passato.


SMIo lo trovo molto triste. Non trovandomi nella situazione di un’aspirante madre che fa questa scelta non voglio giudicare, ma sono perfettamente d’accordo con le parole di Petrosino in fondo all’articolo:
«Un figlio non è un oggetto, così come non è un prodotto dell'affermarsi di un diritto. È bene che il desiderio di avere un figlio non si trasformi nella rivendicazione di un diritto e nell'ostinar affermazione della propria volontà: è bene che si accetti l'esistenza d'altro, di un resto che sfugge alla nostra pur magnifica volontà»

LG –  mah, che dire? messa così sembra di essere in un supermercato.
Se avessi bisogno di un seme, la cosa principale di cui mi preoccuperei sarebbe che il donatore sia sano, di corpo e di mente e non abbia tare genetiche.
Però è anche vero che quando scegliamo un compagno lo scegliamo anche perchè ci piace, e ritrovare qualcosa di lui nel figlio è tenero,  anche se non sempre poi genitori belli e intelligenti hanno generato figli altrettanto belli e intelligenti...
Siccome quindi la garanzia della PERFEZIONE, ammesso che la parola abbia un senso, non si ha, questa scelta la vedo come la scelta di un compagno con cui fare un figlio.

Poi la natura fa i suoi percorsi, e l'educazione e l'ambiente il resto, e quindi il figlio sarà in ogni caso unico e irripetibile, come ognuno di noi.
E' sempre così difficile avere una opinione netta su questioni tanto delicate.

SG –  In questi casi, comunque tu ti esprima, rischi di urtare sensibilità diverse.
Non mi sento di giudicare chi, per avere un figlio a tutti i costi, ricorra a qualunque opportunità venga offerta sul mercato per soddisfare quello che sente come un desiderio irrinunciabile. Non l’ho vissuto, ma penso sia giusto “Mettersi nelle scarpe degli altri prima di parlare”.
Detto questo, mi rattrista enormemente, perché già trovo terribile che ci si modifichi per essere sempre più simili a quello che vorremmo essere, ricorrendo alla chirurgia estetica sempre di più, figuriamoci l’idea di un bambino su misura. Questa scelta del donatore “da catalogo” e del figlio perfetto mi mette i brividi. Per mille ragioni che vanno dagli orfanatrofi pieni di bambini a ciò che significa volere, amare e crescere un figlio.
Da coppia sterile a coppia gay, da donna single a maschio single, tutti meritano il massimo rispetto: meglio sarebbe rendere l’adozione più facile, l’inserimento nelle famiglie accompagnato seriamente, meglio sarebbe che ogni bambino rifiutato e abbandonato trovasse una casa e una famiglia. Trovasse amore. Questo penso. Per questo non mi piace l’European Sperm Bank.

GB –  E' una pratica eugenetica, come già è stato denunciato dai pro vita non molto tempo fa. Non sopprime, ma seleziona e sceglie optional da catalogo.
E' il lato lusso dello scarto delle femmine ampiamente operato - dicono - in Cina. Con l'aggravante, a mio parere, che qui si tratta della volontà forsennata di generare.
Comprendo anch'io il dramma delle coppie sterili, ma non riesco a giustificare questi deliri.
Si vive anche senza figli: si adotta; si è felici (come ho potuto verificare) persino facendo gli affidatari per tutta una vita, cioè senza mai diventare padri e madri di nessuno.

LG –  …insomma, sento il bisogno di tornare sull’argomento.
Mi rendo conto che la cosa ha dei risvolti agghiaccianti, a ben pensare (selezione della specie e via dicendo). Come avete giustamente detto in molti, se proprio vuoi un figlio meglio pensare ai tanti che aspettano solo di essere accolti in una vera famiglia.

TS –  Io credo che la paura maggiore nei confronti di queste pratiche sia ritrovarsi un giorno in un mondo popolato da esseri geneticamente "perfetti" e quindi, come la teoria insegna, troppo poco variegato. Finché non si effettueranno modifiche genetiche al feto, sono certo che la quantità di persone che ricorreranno a questa scelta rimarrà ridotta.
Sono d'accordo sul fatto che sarebbe più giusto adottare, ma non trovo il "catalogo" moralmente sbagliato. La selezione naturale è già in atto, la facciamo noi, che lo vogliamo o no. L'unica differenza è che nella vita reale il maschio alfa ha la facoltà di scegliere, mentre nelle banche del seme verrà molto probabilmente condiviso da tante acquirenti.

venerdì 14 settembre 2012

Merkel arcobaleno o Merkel pantone?

L’olandese che ha postato questa immagine l’ha chiamata “Arcobaleno Merkel”; in realtà è una vera e propria cartella pantone, dove pochi colori sono stati eliminati. E’ stupefacente come il modello sia sempre, implacabilmente, lo stesso. Come in quei fantastici programmi di grafica dove ti cambi il colore dei capelli. C’è anche un invito a cercare di spiegare la ragione di questa scelta. Non ho una risposta. Vorrei avere la stessa quantità di giacche ma non quell’orrendo modello. L’olandese in questione, l’affascinante Koert Van Mensvoort in realtà l’ha inserito nella serie di immagini “Spectacle of tragedy” o “The tragedy of the spectacle” una rassegna di foto dei politici più famosi e delle loro dame. Il suo sito NextNature che lui descrive: “This website will radically shift your notion of nature.” contiene immagini suggestive e inquietanti allo stesso tempo. Guardare per credere.
Ma il fascinoso olandese ha anche una home page bellissima. www.koert.com


lunedì 3 settembre 2012

Meet The Superhumans

Prendo spunto dalle parole di Susanna, per parlare sempre di Olimpiadi.
La scorsa settimana sono iniziate le Paralimpiadi e nel fine settimana mi sono imbattuta in questo spot di Channel 4, la rete inglese che trasmette le gare.
Beh io lo trovo davvero bellissimo, realizzato con un’eleganza e una grazia che difficilmente si trovano nelle comunicazioni legate alla disabilità.
Voi cosa ne pensate?

(Isa)


Estate con le olimpiadi.

Anche chi non ama seguire lo sport in TV, prima o poi si fa conquistare dalle Olimpiadi. Magari per guardare una sola disciplina, quella che interessa di più o per vedere lo sportivo invincibile o la bella nuotatrice,  che incuriosiscono. O per guardare le cerimonie di inaugurazione e di chiusura, spesso suggestive. Più di tutto per sentire l’inno nazionale e commuoversi insieme agli atleti di casa nostra sul podio e sentirsi con orgoglio Italiani.

Cosa è rimasto di queste olimpiadi? Ecco cosa è rimasto a me, in 4 immagini:

1. La foto del tedoforo che corre a Londra, presa da Denise sotto il suo ufficio.
2. La foto di Josefa Idem, (Infophoto) che mi ha conquistato con queste parole:
‘’Spero di aver ispirato i giovani, ma spero soprattutto di essere stata fonte di ispirazione per la mia generazione: non è mai troppo tardi per sognare, non è mai troppo tardi per mettersi in moto. Questo è il messaggio che mando a chi ha la mia età’’.
3. La foto di un Alex Schwazer affranto, il marciatore squalificato per doping poco prima di partire per Londra, che mi ha colpito per la sofferenza contenuta nella sua confessione e per l’ammissione di non avercela fatta a reggere la pressione da risultato. A quanti di noi, anche in ambiti diversi, capita di confrontarsi con questa pressione?
4. E, infine, l’ immagine che mi ha fatto piangere, sul divano di casa, di fronte a un ventilatore. “Imagine” cantata da uno struggente John Lennon.


(S.G.)

venerdì 3 agosto 2012

BUONE VACANZE DA SS&C! (MA PERCHE’ IN ITALIA IL MONDO SI FERMA AD AGOSTO?)

E’ ormai estate conclamata: qualcuno di noi ha già fatto piccole vacanze, scappando da una Varese che ci ha regalato 9 weekend senza sole. Alternandoci, ci siamo concessi chi un weekend in città d’arte, chi una settimana al mare, e quelli che tornano con la faccia già diversa devono raccontare e far nascere il desiderio negli occhi degli altri. Ma c’è chi le vacanze le salta, per fare altro. Ma non c’è dubbio che cambia aria.
Ecco allora le testimonianze – si tratta in pratica di risposte a semplici domande – che ci facciano respirare un’aria un po’ diversa, da posti lontani da noi o lontanissimi. Da paesi dove, per fortuna, non tutto si ferma perché è agosto e la vita scorre laboriosa e normale, tutto l’anno. E questi saluti da ragazzi talentuosi, si uniscono all’augurio di SS&C:  prendetevi un po’ di riposo, per la testa e per il corpo. Fate un pieno di energia positiva per continuare, dopo, con entusiasmo e con vigore.


NOME: Denise
DA DOVE SCRIVI? Londra
COSA STAI FACENDO? Lavoro
CHE TEMPO C’E OGGI? Al momento sole, tra poco probabilmente pioverà, per poi diventare ventoso e ancora sole, per poi piovere di nuovo... tutto nell'arco di 10 minuti ;)
CON CHE MEZZO SEI ANDATO AL TUO LAVORO/STUDIO? Tube (underground)
COSA TI PIACE DI PIU’ DEL PAESE CHE TI OSPITA? L'apertura mentale, l'eccentricità, la tolleranza, solo per dirne alcune
COSA TI PIACE DI PIU’ DELL’ESPERIENZA CHE STAI FACENDO? Mettere alla prova me stessa
COSA TI MANCA PIU’ DELL’ITALIA? La tranquillità, casa, amici
FOTO da Londra (Denise)
NOME: Tommaso
DA DOVE SCRIVI? Lipsia, Germania
COSA STAI FACENDO? Dottorato di ricerca in Informatica
CHE TEMPO C’E OGGI? sereno stamattina, coperto nel primo pomeriggio, acquazzone alle 17, ancora sereno adesso
CON CHE MEZZO SEI ANDATO AL TUO LAVORO/STUDIO? bicicletta
COSA TI PIACE DI PIU’ DEL PAESE CHE TI OSPITA? il rispetto
COSA TI PIACE DI PIU’ DELL’ESPERIENZA CHE STAI FACENDO? l'ambiente internazionale
COSA TI MANCA PIU’ DELL’ITALIA? la pizza
 
FOTO da Lipsia (Tommaso)

NOME: Valerio
DA DOVE SCRIVI? Hong Kong
COSA STAI FACENDO? Dottorato
CHE TEMPO C’E OGGI? Sereno/Afoso              
CON CHE MEZZO SEI ANDATO AL TUO LAVORO/STUDIO? BUS
COSA TI PIACE DI PIU’ DEL PAESE CHE TI OSPITA? efficienza
COSA TI PIACE DI PIU’ DELL’ESPERIENZA CHE STAI FACENDO? Stimolante e impegnativa
COSA TI MANCA PIU’ DELL’ITALIA? famiglia e amici
FOTO da Hong Kong (Valerio)

giovedì 19 luglio 2012

L'iPad di Apple è davvero magico!

Sul nuovo iPad della Apple sono uscite decine e decine di news, articoli e commenti sui blog, foto e immagini in ogni angolo del web. In effetti pare essere una delle ultime innovazioni della tecnologia.
Ma navigando su YouTube, siamo incappati in questo video, in cui i due maghi Charlie Caper e Erik Rosales propongono, con l'utilizzo di 7 iPad, una presentazione "alternativa" della loro città, Stoccolma, al MIPIM di Cannes.
A parte gli incredibili (e divertenti) numeri di magia e illusione, è curioso notare come effettivamente il prodotto Apple sia in grado di fare un sacco di cose: i maghi parlano delle tradizioni, dei costumi, dei sapori e dei colori della capitale svedese, e lo fanno con immagini, suoni e applicazioni proprio del tablet. Il risultato è un numero illusionistico tecnologico e coreografico. Date un'occhiata!


lunedì 9 luglio 2012

“Bisognerebbe ricordare alla gente cos’è la bellezza”

Siamo tornati a Palermo.
A ritirare il premio Agorà per la miglior campagna della Lombardia, che si aggiunge agli altri 2 premi Mediastars per lo stesso progetto di comunicazione di Mazzucchelli Calzature. Premiazione nella bella Villa Malfitano e un buffet sotto il cielo blu di Palermo, con cibi resi così saporiti dal sole del Mediterraneo.

Ma è d’altro che vorrei parlare.
Di una Sicilia ricca di contrasti e di come ti si stringe il cuore a vedere tanta bellezza lasciata cadere; palazzi nobili che si sbriciolano, quartieri abbandonati al degrado, subito dietro il centro dei negozi dei brand di lusso. Ci dice il tassista “…quel palazzo già aveva le impalcature per il restauro quando io mi sono comprato il primo taxi, 40 anni fa! E non hanno mai cominciato i lavori”. Un palazzo meraviglioso, nella centralissima via Libertà.

Ma nel mezzo del caotico mercato di Ballarò, dopo aver visto intere famiglie di indiani vendere i loro prodotti e i loro servizi, in bui negozi di 3 metri quadri che espongono manifesti scoloriti dal tempo e dal sole con pettinature di tutte le fogge; o focacce arabe e spezie di ogni genere insieme a melanzane e babbaluci e angurie dalle dimensioni inquietanti; gruppi di africani che giocano a una specie di dama seduti sui bidoni, un allampanato e sdentato signore che canta melodiche canzoni napoletane…ecco, in tutto questo, siamo arrivati al nostro Bed&breakfast. Un posto incantevole. Un’autentica sorpresa. Una colta e tenace signora, ha preso una palazzina, l’ha completamente ristrutturata scegliendo e selezionando con cura i materiali più adatti, i mobili raffinati, e ha aperto questo delizioso B&B appunto, nel cuore del famoso mercato palermitano.

Ecco: Palermo mi fa pensare all’Italia, alla bruttezza architettonica di chi ha costruito e costruito, senza criterio, senza gusto, senza coscienza. A chi ha lasciato andare. E poi ci sono i coraggiosi, come la brava signora di Palermo, che prendono vecchie preziose costruzioni e gli vogliono ridare nuova vita, salvando ciò che di bello e buono c’era, conservandone il ricordo, la cultura e la poesia.

Come il progetto di albergo diffuso di cui abbiamo parlato mesi fa nel nostro post. Ma dovrebbero essere centinaia, migliaia questi interventi e avremmo un paese bellissimo.

Cosa diceva Peppino Impastato ne “I cento passi” ?
"Sai cosa penso? Che questo aeroporto in fondo non è brutto, anzi, visto così dall'alto. Uno sale qua sopra e potrebbe anche pensare che la natura vince sempre, che è ancora più forte dell'uomo, e invece non è così. In fondo tutte le cose anche le peggiori una volta fatte poi si trovano una logica una giustificazione per il solo fatto di esistere. Fanno ste case schifose con le finestre in alluminio i muri di mattoni, i balconcini, la gente ci va ad abitare e ci mette le tendine i gerani la televisione... dopo un po' tutto fa parte del paesaggio. Cioè esiste, nessuno si ricorda più di com'era prima. Non ci vuole niente a distruggere la bellezza." Ho capito e allora? " " e allora invece della lotta politica, la coscienza di classe, tutte le manifestazioni e ste fesserie bisognerebbe ricordare alla gente cos'è la bellezza, aiutare a riconoscerla a difenderla”.

(Susanna)


venerdì 6 luglio 2012

APPUNTAMENTI CON LA CULTURA

Sono visibili in tutta la provincia i poster realizzati da SS&C per la rassegna dedicata al compositore Gian Carlo Menotti: il “Cadegliano Festival-Piccola Spoleto”.

La rassegna è nata dalla grande passione di Silvia Priori attrice e regista di Teatro Blu per il compositore fondatore e creatore del Festival dei Due Mondi di Spoleto, conosciuto in tutto il mondo. Non solo Silvia ha scelto di vivere con Roberto e i loro tre meravigliosi, sorprendenti bambini, proprio nella casa dove visse Gian Carlo Menotti, ma si è instancabilmente dedicata a questo progetto che, anche quest’anno, offre teatro, danza, musica e poesia, da un paesino della Valmarchirolo, nelle piazze e nelle ville, con un’offerta di alto livello e qualità artistica riconosciuti, facendone un appuntamento di livello internazionale.
Il tema di quest’anno: "la multiculturalità e la diversità viste come segno di arricchimento e collaborazione tra culture e arti".
Qualche nome: Cesar Brie, Eugenio Bennato, Don Gallo, Lucilla Giagnoni, Vukica Karadzic  e le rappresentazioni teatrali di Teatro Blu, con Silvia Priori e Roberto Gerbolès.
 
Ecco il programma e il nuovo logo, disegnati in SS&C.



mercoledì 4 luglio 2012

SIAMO PRONTI PER IL MERCATO VIRTUALE?

Ho partecipato di recente a un seminario dal tema Relazione con il cliente e i nuovi media. Partendo da un excursus su come si è evoluta la comunicazione dalla nascita fino ad oggi, si è posto l'accento sulla velocità con cui il modo di comunicare è cambiato negli ultimi anni, cioè dopo l'esplosione di internet e dei dispositivi mobili. 
Oggi la comunicazione non è più statica ma diventa dinamica, interattiva, coinvolgente. 
Oggi nessuna azienda può permettersi non solo di non avere un sito web, ma neanche una pagina Facebook (vedi nostro post).
La fidelizzazione del cliente ruota fortemente intorno ai social network, e FB si è rivelato un volano incredibile per chi lo utilizza al meglio.
Ma durante il seminario si è gettato lo sguardo oltre FB, nel futuro presente già ora: quello della Guerrilla marketing, del viral Marketing, del QR code, della vetrina interattiva e della realtà aumentata (Augmented reality).
"Il futuro vedrà un mercato virtuale che si accosterà a quello esistente generando economia 24H su 24, siti e-commerce on line, gruppi di acquisto virtuale, contenuti dinamici e interattivi, vetrine interattive delle attività commerciali, servizi on demand da telefonino" dice il relatore Tosoni.
Oggi lo shopping in Corea del Sud, Australia e Canada si fa nel supermarket virtuale: lo smartphone al posto del carrello, inquadro il prodotto che è solo rappresentato, vado alla cassa e pago: quando torno a casa trovo la spesa che mi aspetta.
Oggi si va su internet, domani internet sarà intorno a noi.
Fantascienza? No, è lo scenario che ci aspetta da qui a 5 anni.
Chi vuole essere competitivo, deve conoscere già da ora quale sarà il futuro della comunicazione, per essere un passo avanti agli altri e non sparire agli occhi del consumatore.
Chi fa comunicazione deve sapere dove stiamo andando per prendere già oggi la strada giusta.

(Laura)